LE CHIESE DI MONREALE

LA CHIESA DEL SS SALVATORE COLLEGGIATA

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25 October 2023

La Chiesa della Colleggiata erge in posizione elevata da cui si può ammirare l’imponente complesso architettonico del Duomo col suo annesso chiostro benedettino, l’ex monastero e la vasta Conca d’oro. Una chiesetta già esistente dal 1454  , modesta ma molto frequentata dai fedeli, dedicata al SS. Salvatore e affidata alla Confraternita omonima e della “Compagnia della Resurrezione.

Col diffondersi del culto al SS. Crocifisso (del sec. XV), si sentì il bisogno di ingrandire la Chiesetta, aggiungendo varie cappelle, di cui la più importante fu quella dedicata alla già venerata immagine di Gesù Crocifisso. In seguito l’Arcivescovo Venero (1619-1628) fece realizzare un altro ampliamento di maggiore rilievo con la navata centrale. Così, nei primi del 1700, iniziarono gli ulteriori lavori ultimati il 25 ottobre del 1718. Nel 1719 fu fatto il primo pavimento con mattonelle in ceramica maiolicata, con disegni ornamentali policromi. Qualche traccia la si può notare ancora oggi sotto gli stalli del coro ligneo e nel pavimento dei sotterranei della navata centrale. Nel maggio 1801 la Chiesa fu pavimentata con mattoni in marmo, e la lapide posta accanto alla porta principale ci attesta che i lavori murari sono stati ultimati nel 1719 e che la Chiesa, già completata, fu consacrata dall’Arcivescovo Testa e dedicata al “SS. Salvatori Crucifixo” il 13 ottobre 1754. Nel 1841 il Canonico S. Gentile, rifece a sue spese i tetti e le volte crollanti. Ma con errore architettonico abbassò a rette le due volte a botte delle navate laterali. Queste furono riportate all’origine nel 1965. Tra i tesori d’arte custoditi ,occupa un posto eminente il grande pannello in maiolica, formato da mattonelle di ceramica maiolicata policroma, posto all’esterno dell’abside della Chiesa omonima, per complessive 1500 mattonelle di cm. 18 con una superficie di circa mq. 50, il più grande del genere in Italia. Il pannello, iniziato l’8 maggio del 1718 ed ultimato il 20 dicembre dello stesso anno, raffigura un Crocifisso centrale, con sotto un ricco baldacchino azzurro, tenuto aperto da angeli, ai piedi della Croce è riportato il Duomo che spicca in mezzo al panorama dell’antica Monreale, circondata dagli alti monti. Una scritta in latino dice: Proteggerò questa Città e la salverò per me, che sembra essere la risposta del Crocifisso alla continue invocazione del popolo monrealese: Grazia Patruzzu Amurusu…Grazia.

LA CHIESA DEGLI AGONIZZANTI

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25 October 2023

L’edificio attuale sorge di fronte al Duomo di Monreale, sul lato Ovest della Piazza Guglielmo II, accostato al muro esterno di cinta del primo impianto urbano, ingloba una delle torri del sistema difensivo originario normanno. Il muro perimetrale sulla piazza, presenta partiture medievali nella parete interna della chiesa. L’attuale collocazione dell’ingresso appare sicuramente condizionata dalla presenza della “strada delle processioni” realizzata nel 1583 dall’Arcivescovo Ludovico Torres I. L’aula, di lineari proporzioni a pianta longitudinale, è cadenzata da una decorazione architettonica e scultorea in stucco, costituita da trabeazione e cornicioni marcapiano intersecati da paraste scanalate che scandiscono un armonioso apparato scultoreo-iconografico di personificazioni allegoriche. Sul fianco interno della chiesa e` stata riportata alla luce una parete di muro di epoca normanna decorato da “architetture ogivali cieche” si trova al di sotto dell’attuale quota di calpestio sia della chiesa che della piazza, ecco perche´ bisogna scendere degli scalini per entrare. La chiesa ha pianta rettangolare a unica navata ed è prima chiesa di Monreale che disattese al posizionamento dell’altare a Oriente. La facciata principale è caratterizzata da un portale in pietra intonacata, sormontato da una finestra quadrangolare posta in asse. Il portone è in legno. L’interno della chiesa è decorato con stucchi del Serpotta e statue ad altorilievo. Le figure si alternano alle grandi cornici mistilinee con festoni fioriti popolati da puttini alati reggi cornice e da due cappelle laterali rientranti rispetto al perimetro dell’edificio. La copertura è realizzata in legno con lame accostate di colore bianco.

LA CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ

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23 October 2023

Appartiene al complesso del collegio di Maria, istituto a due passi dal Duomo fondato nel 1724 dai fratelli Alberto Greco Carlino, arciprete, e Lorenzo Greco Carlino, canonico, pensato per garantire un’istruzione religiosa (e non solo) a tutte le ragazze monrealesi di quell’epoca.

La chiesa viene fondata due anni dopo la presa del potere, in Sicilia, da parte dei Borbone, nel 1736. Il re Carlo III ha speso ingenti somme di denaro per la sua realizzazione con tempistiche estremamente celeri. L’edificio si caratterizza da un singolo affaccio di strada, cioè il prospetto della via Roma, una delle vie più importanti e trafficate di Monreale. Le comunicazioni con le ali del Collegio di Maria avviene mediante due accessi laterali. L’interno è arricchito da interessanti affreschi, presenta quattro altari minori, affiancati da lesene di gusto settecentesco, molti raffinati intercalati fra l’ingresso principale e i due accessi laterali, dai quali ci comunica con le altre ali dello storico edificio.

Gli archi a tutto sesto sono sormontati da leggere modanature, sulle quali poggia una fascia non decorata, sormontata a sua volta da una cornice. Più sopra è impostato il tamburo della grande cupola centrale dove si trovano delle finestre occultate da graticci in ottone, anche esse di gusto tipicamente settecentesco, in uso durante il periodo in cui nell’Istituto erano presenti le suore di clausura. Esterno ed interno della Chiesa della Trinità.

LA CHIESA DI SAN VITO

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23 October 2023

si trova nel quartiere di San Vito, da cui prende il nome. È la chiesa più antica di Monreale, essendo stata costruita qualche anno prima del Duomo, la cui costruzione ha provocato una crisi economica e sociale del quartiere, i cui effetti permangono fino ad oggi. La Chiesa, in stile arabo-normanno, è edificata su base quadrata divisa in tre navate e la sua facciata in muratura mista ha una forma rettangolare.

Questa chiesa si caratterizza per i suoi rifacimenti storici avvenuti nel corso del tempo. Un primo rifacimento risale al 16° secolo, ma è nel 18° secolo che avviene una completa ristrutturazione della chiesa, soprattutto per quanto riguarda le decorazioni interne, in stile neoclassico. Nel 1985 avviene l’ultimo restauro, con il trasferimento del fonte battesimale, la ristrutturazione della pavimentazione della navata sinistra e il ripristino dei pluviali e delle grondaie.

LA CHIESA DI SAN FRANCESCO

si trova in via Antonio Veneziano, in un’area baricentrica tra il quartiere di San Vito e il quartiere del Carmine. Edificata nel 1610 e ampliata nel 1643, lo stile prevalente è quello barocco.

La chiesa ha tre navate con copertura a volta a botte imbiancata. Nel catino dell’abside è raffigurato il Cristo benedicente tra gli angeli, che sovrasta la nicchia con la statua dell’Immacolata attribuita al Bagnasco. Sopra la porta d’ingresso si trova la cantoria in legno ornata da stucchi a cui si accede da una scala in ferro battuto. Essa ospita un grande organo. La navata centrale è illuminata da dieci finestre: cinque sugli archi delle colonne della navata destra, cinque su quelli della navata sinistra, mentre due finestre quadrangolari si aprono ai lati del portone di ingresso e due sull’abside.

La pianta complessiva della costruzione è longitudinale e presenta tre navate divise da archi a tutto sesto, che si ergono su colonne in pietra. Le due navate laterali si distinguono da quella centrale per le dimensioni più ridotte. La facciata principale è caratterizzata da un portale, inquadrato da due lesene che si ergono fino a poco più della metà dell’altezza dell’intero edificio. Il portale è sormontato da una nicchia, dentro la quale si trova una statuetta. Il portone di legno, con apertura quadripartitica, presenta intarsi. Il campanile presenta una loggia centrale che ospita tre campane.

LA CHIESA DI SANTISSIMA MARIA DEL CARMINE

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23 October 2023

viene edificata nel 1560 dai canonici della Cattedrale, sotto il cardinale arcivescovo Alessandro Farnese, e venne ceduta ai carmelitani nel 1561. Nello stesso tempo venne costruito un convento nel giardino della Corte, ingrandito sotto l’arcivescovo Torres. Nel 1613, sotto l’arcivescovo Arcangelo Gualtieri, venne costruito un chiostro rettangolare successivamente distrutto nei primi del ‘900. Dopo la soppressione (1866) il convento e la chiesa divennero proprietà del demanio e il Comune vendette parte del convento e del giardino e altri locali privati. Dopo pochi anni la chiesa venne aperta al culto col nome della “Madonna del Carmine”. Negli anni 60, sono stati eseguiti alcuni lavori di messa in sicurezza della chiesa, grazie a finanziamenti elargiti dalla Regione Sicilia. Attorno alla struttura è stato implementato un sistema di palificazioni profonde.

Per quanto riguarda lo schema, esso è squadrato, a tre navate, e con sette altari. La navata maggiore è più alta delle laterali. Otto archi, quattro per lato, danno accesso alle navate laterali e alle cappelle che in esse si trovano. Nel presbiterio spicca la grande tela, posta sull’altare, che rappresenta la Madonna del Carmelo con Bambino. La porta di ingresso è sormontata da cantoria con parapetto. La chiesa presenta una pianta rettangolare a tre navate con presbiterio rettangolare. La navata è separata dal presbiterio, rialzato, da un grande arco.

Il prospetto principale, rifinito ad intonaco, è incorniciato da lesene che evidenziano le parti strutturali dell’edificio. Al centro, il portale di ingresso, con paraste sormontate da timpano, è in asse con il campanile. Il Campanile è composto da tre campane grandi e una piccola.

La grande tela che campeggia sull’altare della chiesa del Carmine propone una rappresentazione molto originale della Madonna del Carmelo con Bambino. Essa è un’opera realizzata nel 1600 da Pietro Antonio Novelli.

IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE CROCI

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23 October 2023

è uno dei luoghi più pittoreschi di Monreale. La strada che conduce a questo santuario è l’antica Via Crucis, che inizia dalla Chiesa di San Francesco, attraversa la Salita delle Croci fino alle pendici del Monte Caputo.

Questo santuario, edificato nel 1815 e ampliato nel 1844, è collegato alla leggenda del giovane monrealese Matteo Giovan Battista Angelo Quartuccio, che nel 1812 vide in apparizione la Madonna Addolorata con il Cristo morto tra le ginocchia, con la quale iniziò un dialogo. Poi la Madonna sparì e Matteo tornò in paese per raccontare questa apparizione in mezzo ad una grande folla. Successivamente avvenne un nuovo miracolo: nelle mani di Matteo apparve del pane che consentiva la guarigione dei malati.

La chiesa è articolata su terrazzamenti con unica navata con copertura a botte e altare maggiore delimitato da colonne ioniche. La facciata visibile dal qualsiasi punto della cittadina di Monreale presenta terrazze e rientranze. Nel timpano della chiesa si intravede lo stemma dipinto dell’Ordine dei Servi di Maria, cioè “SM”, con corona a sette gigli, simbolo dei sette Santi fondatori dell’Ordine.

La Pianta è a navata unica, caratterizzata da paraste scanalate con capitelli di tipo ionico. L’aula è separata dal presbiterio, rettangolare e rialzato di tre gradini, da due colonne scanalate con capitelli ionici. L’interno è privo di decorazioni tranne la presenza di paraste scanalate con capitelli di tipo ionico. Tra gli elementi decorativi, notiamo un affresco di Francesco Manno raffigurante lo Spirito Santo, con una colomba, in mezzo a figure di angeli. Dietro l’altare è posta una grande tela che rievoca l’apparizione della Madonna a Matteo Quartuccio.

LA CHIESA DI SAN VITO

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23 October 2023

  • XII ‐ XII (costruzione intero bene) La chiesa fu costruita sotto il monte Caputo, sull’area precedentemente occupata dal preesistente Casal Bulchar degli Arabi.
  • XVI ‐ XVI (rifacimento intero bene) La chiesa fu rifatta nel 1500. Nel 1729 a causa dei danni del terremoto, su iniziativa del canonico Zuccaro, la chiesa venne consolidata ed l’interno fu ristrutturato e decorato in stile neoclassico. Il successivo rinnovamento architettonico della chiesa è testimoniato da un atto notarile del 21 ottobre 1771, in base al quale il Governatore della Società di San Carlo e Confraternita di San Vito ed i congiunti Domenico Lo Biondo e Benedetto Zuccaro danno incarico ai due muratori monrealesi, mastro Giuseppe Quartuccio e mastro Francesco Romano con la garanzia di mastro Gioacchino Quartuccio e Antonino da Palermo, di realizzare tutte quelle opere necessarie per sopraelevare un edificio alla chiesa originaria per tutte le necessità legate al culto del quartiere e della Confraternita. In tal modo la chiesa viene ingrandita, demolendo anche le antiche pareti che racchiudevano lo spazio soprastante l’antica e piccola chiesa, dove il clero nel periodo estivo passeggiava per le consuete meditazioni, e talvolta per riunioni o svago. Nel 1985 fu nuovamente pavimentata la navata sinistra, furono ripristinati i pluviali e le grondaie, furono sostituite le tegole inefficienti fino a ricostruire l’integrità del manto di copertura in coppi. Ancora, è stato pavimentato il sagrato esterno e trasferito il fonte battesimale. L’altare maggiore inizialmente venne costruito ad oriente come oggi si può notare rifatto e allestito con marmi e grandioso tabernacolo. Il portale, la facciata e il campanile sono rivolti ad occidente.
    La facciata è priva di un disegno architettonico ed è sguarnita di rifiniture.
    La navata centrale è scandita dall’alternarsi di archi e di pilastri incorniciati da lesene corinzie e sormontati da finestre. La copertura è costituita da una volta a botte ad arco ribassato; nei pilastri centrali sono ricavati simmetricamente due nicchie semicircolari che ospitano due statue. Le navate minori, a causa delle diverse vicende costruttive, non presentano, invece, alcuna relazione di simmetria. Vicino l’ingresso la navata sinistra ospita l’ufficio parrocchiale e termina con una cappella rettangolare sormontata da una volta a padiglione. La navata destra è ritmata da quattro semicolonne, appartenenti all’impianto più antico e si conclude con un altare adiacente ad una parete che maschera l’ingresso alla sagrestia.
    L’ingresso alla navata centrale è sormontato da cantoria in legno con organo.
    Sulla muratura esterna è possibile vedere le tracce dei vari interventi nel tempo: la finestra circolare sopra il portale principale e le arcate del primo ordine del campanile sono state tompagnate, ma sono ancora riconoscibili nella sagoma residua chiaramente leggibile nella muratura.
    All’esterno è possibile notare la muratura non intonacata in pietra non squadrata.

LA CHIESA SAN CASTRENSE

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23 October 2023

La chiesa, di origine quattrocentesca che sorge sull’omonima piazza, sopravvisse alla demolizione del monastero e l’attuale aspetto decorativo, che riveste un notevole valore storico-artistico, risale al rifacimento del 1624 per volere dell’Arcivescovo Girolamo Venero, autore di grandi cambiamenti nelle chiese di Monreale, che la risistemò e la ingrandì. All’esterno la chiesa presenta un prospetto dal disegno semplice e scandito verticalmente da lesene ad intonaco che delimitano il prospetto, il portale tuttavia è riccamente decorato con lesene, mensole e volute in pietra arenaria, un edicola sopra il portale accoglie la statua a tutto tondo raffigurante San Castrense. Internamente l’impianto della chiesa è rettangolare ed è ad aula unica. Il semplice schema planimetrico è suddivisibile idealmente lungo l’asse di sviluppo longitudinale in tre tronconi: la zona presbiteriale; la zona dell’assemblea liturgica, che spicca a tutta altezza con la sua volta a padiglione, che rappresenta la zona a più alta densità decorativa e la zona antistante l’ingresso, coperta da una bassa volta che sorregge il coro soprastante.


Elementi decorativi
Nel presbiterio è posto un grandioso altare di preziosi marmi con ornamenti barocchi e con un grande tabernacolo d’argento con colonnine e con i lati le due statuine di S. Castrense e di S. Benedetto, il resto del presbiterio, che oggi appare piuttosto privo di altra decorazione, era un tempo arricchito da affreschi. Sopra l’altare nella parete spicca la grande tela di Antonio Novelli, padre del più famoso Pietro, del 1602, che raffigura la Madonna del popolo in Gloria, e, nella parte sottostante, altri piccoli affreschi dello stesso, raffiguravano i Santi protettori del tempo, S. Castrense, San Benedetto, San Giovanni, e San Ludovico di Francia, tutti incorniciati da decorazioni in stucco, tutti gli affreschi della zona absidale ed anche alcuni stucchi, come si è detto, sono andati perduti, nel 1950, infatti, furono eliminati in seguito a lavori di ristrutturazione, ne restano tuttavia alcuni sopra gli altari laterali. Le pareti laterali ospitano la decorazione a stucco articolandosi in tre ordini decorativi: nel registro inferiore quattro cappelle dedicate a San Benedetto, Santa Scolastica, Sacro Cuore di Gesù e Sacra Famiglia ospitano quattro altari in marmi policromi e stucchi di scuola del Serpotta decorati prevalentemente con festoni di fiori e frutta, elementi, questi, per nulla stilizzati, anzi definiti con grande cura e si caratterizzano per una grande aderenza al vero. Ognuno di questi elementi vegetali si caratterizza, come sovente nelle decorazioni serpottiane, regalando un affascinante risultato di insieme, e in un edificio sacro e altamente significativo per il culto monrealese come questo, non si può scindere l’aspetto esteriore dall’intento teologico, è chiaro quindi che i frutti della terra ricoprano al contempo due funzioni: essi sono doni che il cielo fa agli uomini che se raccolti e nutriti sono anche offerte degli uomini a Dio. Fiori, frutti, conchiglie, volute e putti oltre ad essere ornamento per se stessi fanno da cornice a piccoli affreschi e ad altre importanti opere quali reliquari barocchi in legno intagliato e dorato e a dipinti seicenteschi e settecenteschi come le grandi tele raffiguranti la Madonna del Rosario, la Madonna con le Sante Vergini, S. Teresa, S. Maria Maddalena, S. Apollonia, la Deposizione di Cristo, la Gloria di San Benedetto, e in ultimo anche la Madonna col Bambino e la Sacra Famiglia di Pietro Novelli nella seconda cappella della parete di destra, ritenuta un opera giovanile dell’artista. Lungo il registro intermedio delle pareti troviamo le grate delle monache in legno intagliato e dorato circondate anch’esse da stucchi raffiguranti santi, nel registro superiore delle pareti si trovano finestre che si alternano con figure in stucco a tutto tondo. Sopra la porta d’ingresso si trova la grande cantoria per le monache, ove forma un apposito spazio sopraelevato in cui prendevano posto le monache del monastero per assistere alla messa e cantare. Esso si presenta con grandi fitte grate dorate che s’innalzano sino al tetto, l’apparato ligneo decorativo consta di tre parti: la base è composta da quattro pannelli lignei intagliati e dipinti sorretti da mensole, la grata è formata da un parapetto curvilineo aggettante più grande e uno più piccolo posto poco al di sopra di una grande mensola lignea. L’opera di fine intaglio ligneo dorato culmina in una grande cimasa centinata, anch’essa riccamente intagliata e dorata, che segue l’andamento della volta del soffitto.

ABBAZIA DI SAN MARTINO DELLE SCALE

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25 October 2023

Fino alla metà del secolo XVI, esisteva una piccola chiesetta della quale non resta alcuna testimonianza architettonica. A seguito della deliberazione dei superiori della congregazione cassinese di sistemare le strutture del monastero, nel 1564 venne intrapresa l’edificazione dell’attuale chiesa abbaziale, e sappiamo che tali lavori terminarono nel 1595.

Entrambe le date, oltre che dalla ricca documentazione che si conserva nell’Archivio Storico dell’Abbazia, le apprendiamo dalle due iscrizioni marmoree che troviamo sulla facciata esterna della stessa chiesa. La dedicazione (consacrazione al culto) della chiesa, invece, avvenne il 20 maggio 1602, durante un solenne rito presieduto dall’arcivescovo di Palermo Diego Aedo.

Al suo interno la chiesa abbaziale si presenta in tutta la sua sobrietà, se guardiamo, infatti, agli interventi posteriori di abbellimento sia del vano absidale che di alcune cappelle, comprendiamo che l’intento dei monaci era quella di far rivestire le pareti della chiesa con marmi e altre decorazioni. Ma il progetto tanto grandioso non venne mai del tutto eseguito, per mancanza dei fondi .

Della chiesa precedente a quella attuale non rimane nulla, soltanto alcune opere marmoree della fine del Quattrocento come la statua della Madonna della Consolazione, un portale e un’acquasantiera .

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